Bloodstain pattern analysis

La Bloodstain Pattern Analysis (BPA)

Per ricostruire la presunta dinamica delle varie fasi di un evento delittuoso è necessario considerare tutti gli elementi oggettivi desumibili dalla scena del crimine. Solitamente tali elementi vengono acquisiti:

  • dal sopralluogo e dal repertamento;
  • dagli esami di laboratorio sulle varie tracce e/o reperti, acquisiti durante i rilievi tecnici;
  • dagli accertamenti medico-legali relativi alle ferite inferte.

Nei fatti reato particolarmente gravi, quali ad esempio gli omicidi, ulteriori elementi significativi possono emergere dallo studio delle tracce ematiche con particolare riferimento alla loro morfologia ed alla loro dislocazione sul teatro delittuoso.

Questa branca delle Scienze Forensi è nota come Bloodstain Pattern Analysis (B.P.A.) e studia il meccanismo fisico di formazione delle tracce ematiche (traiettorie, proiezioni, gocciolamenti, strofinii, lavaggi, ecc.). Tale disciplina si occupa dello studio della morfologia, della quantità, della posizione, dell’orientamento e della distribuzione delle tracce ematiche rinvenute sulla scena del crimine, volto a determinare la dinamica dell’evento criminale.

Mentre la BPA qualitativa descrive empiricamente i verosimili meccanismi di formazione delle tracce ematiche sulla base della casistica e della sperimentazione di laboratorio, la BPA quantitativa descrive mediante modelli matematici e fisici i verosimili meccanismi di formazione delle tracce ematiche .

Va rilevato, inoltre, come una ricerca di tracce non può limitarsi al solo aspetto qualitativo ed eventualmente quantitativo. Un interesse preponderante va assumendo anche quello “morfologico”, ossia relativo alla posizione e conformazione delle stesse, che possa in sostanza fornire una risposta a come le medesime possono essersi formate (aspetto “dinamico”): si pensi, ad esempio, alle gocce di sangue.

Lo studio di tali tracce non è meramente fisico e geometrico, ma anche, e soprattutto, logico e trova fondamento, pertanto, nella statistica.
La B.P.A. coinvolge differenti scienze, quali la biologia per l’attribuzione genotipica delle tracce di sangue, la fisica per la determinazione delle forze in gioco (viscosità, tensione superficiale, coesione interna, forza di gravità, forza centrifuga, ecc.) e per le proprietà fisiche del sangue (dinamica dei fluidi), la matematica per le rappresentazioni dei modelli fisici che descrivono i vari meccanismi di formazione delle macchie ematiche, la chimica per le proprietà chimiche del sangue e per i metodi di rivelazione delle tracce latenti.

La B.P.A. è una scienza, perché i modelli teorici che vengono studiati per spiegare i meccanismi di formazione delle varie tracce ematiche subiscono il vaglio della sperimentazione scientifica. Infatti, secondo la metodologia utilizzata nella B.P.A., un modello è valido solo allorquando è possibile simularlo e riprodurre sperimentalmente il pattern osservato (metodo scientifico).

L’obiettivo fondamentale è il supporto investigativo, ed in particolare la BPA può dare informazioni riguardo a:

– quali eventi si sono realizzati
– quando e in quale sequenza si sono verificati
– quali eventi non si sono realizzati
– chi era/non era presente sulla scena.

Durante i tre decenni passati, negli USA le tracce basate sulle macchie di sangue hanno incrementato la loro validità nel processo investigativo e oggi sono utilizzate frequentemente sia in ambito investigativo e forense ogniqualvolta vi è presenza (visibile od occulta) di tracce ematiche nel caso esaminato.I primi studi sulla morfologia delle tracce ematiche risalgono già al 1895 con un trattato del Dr. Eduard Piotrowski, assistente dell’Istituto di Medicina Legale di Cracovia, concernente l’origine, la forma, la direzione e la distribuzione delle macchie di sangue formatesi in conseguenza a delle ferite prodotte da vari colpi inferti alla testa. Nel 1939 furono molto importanti gli studi condotti dall’equipe del Dr. Victor Balthazard riguardo la traiettoria delle gocce di sangue. Pietra miliare nel riconoscimento dello status di prova della BPA dal sistema giudiziario americano fu la ricostruzione della dinamica delittuosa effettuata attraverso lo studio della morfologia delle tracce ematiche effettuata dal Dr. Paul L. Kirk dell’Università di Berkeley nel 1955. Egli propose una ricostruzione di un evento omicidiario mediante la tecnica della B.P.A.: la ricostruzione, riguardante le posizioni relative della vittima e dell’aggressore durante le varie fasi del delitto, fu riconosciuta dal sistema giudiziario americano come fonte di prova nel procedimento penale contro Sam Shepphard. L’impiego di tale metodologia di analisi è stata impiegata con successo anche all’interno del nostro ordinamento (la strage di Novi Ligure, strage di Erba, delitto di Melania Rea, etc.) divenendo vera e propria “prova a carico” del controverso caso noto alle cronache come “il delitto di Cogne” in cui venne assassinato un bimbo di appena 3 anni, Samuele Lorenzi.